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LE PAROLE CHIAVE DELLA RETE CARDIOLOGICA
L’opinione dei partecipanti alla Tavola Rotonda tenutasi in occasione del I° Annual Meeting della Rete Cardiologica, Roma 28 settembre 2022.
A conclusione del I° Annual Meeting della Rete Cardiologica IRCCS, – che si è tenuto a Roma il 28 settembre scorso, in occasione della Giornata Mondiale per il cuore, – una tavola rotonda tra esperti ha cercato di esprimere una sintesi della giornata e soprattutto del ruolo della Rete Cardiologica, anche come stimolo alle azioni future. Tenendo conto, s’intende, del valore aggiunto della Rete, un’entità unica nel panorama cardiovascolare, grazie a una massa critica scientifica senza precedenti nel nostro paese.
In pratica, ciascuno dei partecipanti è stato chiamato dal moderatore, Alfredo Pascali, founder di Next Health, a proporre una sintesi dei concetti chiave emersi dall’evento, sotto forma di tre parole chiave.
La cornice di riferimento è il nuovo ecosistema cardiovascolare, costituito non solo dalle istituzioni e dagli IRCCS, ma anche da nuovi player: basti pensare che molte delle startup che stanno nascendo nel campo della digital health sono finanziate a livello mondiale dai grandi del Big Tech, da Google, Apple e così via, in un’ottica di open innovation.
I partecipanti alla tavola rotonda: Dott. Lorenzo Menicanti (Policlinico San Donato), Prof. Gianluigi Condorelli (Humanitas), Prof. Luigi Frati (Neuromed), Prof. Gianfranco Parati (Istituto Auxologico Italiano), membri del Consiglio Direttivo della Rete; nonché Prof. Alberico Catapano (MultiMedica), Dott. Manlio Cipriani (ISMETT), Dott. Gualtiero Colombo (Centro Cardiologico Monzino), Prof.ssa Giovanna Liuzzo (Policlinico Gemelli).
La Rete Cardiologica: una rete di istituzioni, nata per durare
La Rete Cardiologica non è una rete di trial, un’aggregazione finalizzata alla conduzione di uno o più studi, ma una rete di istituzioni, di strutture cliniche e di ricerca (Prof. Luigi Frati). E quindi, ciò che dovrebbe caratterizzarla è proprio l’integrazione tra gli Istituti afferenti (Prof.ssa Giovanna Liuzzo). Con l’obiettivo ultimo di ridurre la sperequazione, di uniformare la qualità della clinica e della ricerca del nostro paese, da Nord a Sud, per contribuire a fornire un prodotto di conoscenza utile alla crescita del Sistema sanitario nazionale per i cittadini, (Prof. Luigi Frati) per riuscire a fare qualcosa che da soli non riusciremmo mai a fare. Quello che occorre fare quindi, per il futuro, è forse alzare un po’ il tiro, puntare più in alto (Prof. Gianfranco Parati).
Integrazione e interoperabilità
Uno degli strumenti (e insieme delle sfide) sui quali si gioca il futuro della Rete per conseguire questi macro-obiettivi è l’Integrazione di diversi livelli di dati, imparando sempre meglio a utilizzare strumenti come il machine learning e l’intelligenza artificiale, per trarre il massimo possibile dai dati a beneficio di tutti gli IRCCS che partecipano alla Rete (Dr. Gualtiero Colombo) e per arrivare a cogliere la variabilità individuale. (Prof. Alberico Catapano), integrando i dati omici con i dati di imaging e i dati ambientali. Un’integrazione basata sulla big data analysis, finalizzata a fornire informazioni uniformi e utilizzabili. Con la finalità ultima, anche grazie alla digital health, di ottimizzare la stratificazione del rischio e la prevenzione (Prof.ssa Giovanna Liuzzo).
L’integrazione di dati multidimensionali e la condivisione di risorse, come la Biobanca diffusa e i database, dovrebbero consentirci di affrontare tematiche comuni in modo sinergico tra i diversi IRCCS afferenti alla Rete. (Prof. Gianluigi Condorelli) Ma, per questo, un requisito fondamentale è l’interoperabilità, nel senso ampio del termine, rendere veramente trasparenti, utilizzabili e scambiabili i dati (Dr. Gualtiero Colombo).
Endotipo, digitale e ambiente: le direttrici chiave della ricerca
Dal punto di vista delle direttrici della ricerca, una delle parole chiave è endotipi o endofenotipi: individuare endotipi omogenei per architettura molecolare e interazione con l’ambiente sarà decisivo per poter veramente fare prevenzione, diagnosi e terapia mirata (o stratificata). (Dr. Gualtiero Colombo).
La seconda parola chiave è digitale: se ne parla sempre più spesso, ma dal punto di vista pratico siamo ancora indietro: occorre effettivamente applicare il digitale in maniera efficiente. La terza parola chiave è ambiente. L’ambiente ci cambia intorno, condizionando la vita e la salute dei cittadini. Combinare la determinazione genetica con la modifica degli stimoli ambientali è fondamentale (Prof. Gianfranco Parati).
Il ruolo propulsivo dei giovani
Ma le Reti vanno alimentate, in termini di giovani, di personale, di organizzazione. In altre parole, alle Reti occorrono risorse per mantenerne la funzione di capacità di far circolare le informazioni. (Prof. Manlio Cipriani)
Soprattutto, non bisogna dimenticare che il futuro della Rete Cardiologica sta nella capacità di interazione tra i giovani ricercatori sui grandi temi strategici, quindi la valorizzazione dei giovani e la possibilità di far crescere la loro capacità di fare squadra. Perché la vera integrazione tra gli istituti afferenti alla Rete non può che nascere dall’entusiasmo e dalla voglia di condivisione che è propria dei ricercatori giovani, che sono da valorizzare più di quanto avvenga oggi (Prof.ssa Giovanna Liuzzo).
Valorizzare la capacità di fare squadra
A conclusione della tavola rotonda e dell’intero Meeting, il dott. Lorenzo Menicanti, Presidente della Rete Cardiologica, ha sottolineato che la Rete Cardiologica, nei cinque anni trascorsi dalla sua costituzione per iniziativa del Ministero della Salute, ha svolto già un grandissimo lavoro, crescendo sia in termini di struttura e di organizzazione (con regole specifiche e un database proprio), sia in termini di output scientifico.
“A partire da quanto è stato raggiunto, la Rete Cardiologica ha ora il compito, – ha detto Menicanti, – di far crescere la conoscenza, con la forza e la libertà intellettuale di portare avanti progetti anche non mainstream, proprio per orientare l’assistenza e l’efficacia del Sistema sanitario nazionale.
“Una delle prossime sfide del Comitato scientifico della Rete Cardiologica, è di riuscire ad aumentare la capacità di interazione dei giovani ricercatori sui grandi temi strategici, a cominciare dalla digital health, valorizzando soprattutto la capacità di fare squadra – ha concluso. – Abbiamo un futuro, come Rete, se nutriamo l’ottimismo del fare e l’orgoglio di appartenere a una professione come la nostra”.
Anche perché, – come ha sottolineato in chiusura la Dottoressa Giselda Scalera, Direttore dell’Ufficio V della Direzione generale della ricerca e dell’innovazione in sanità del Ministero della Salute, – intervenuta al Meeting: “Le Reti come la Rete Cardiologica diventeranno uno strumento consolidato e importante del sistema della ricerca italiana finanziata dal Ministero della Salute”.