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IL RUOLO DELL’I.A. PER LA MEDICINA DI PRECISIONE

Secondo la Food and Drug Administration USA, le tecnologie basate sull’intelligenza artificiale hanno il potenziale per trasformare l’assistenza sanitaria derivando nuove e importanti intuizioni dalla grande quantità di dati generati nella pratica sanitaria quotidiana.

“Una delle grandi aspettative dell’Intelligenza Artificiale è quella di supportare lo specialista nell’acquisire dati/immagini in maniera standardizzata e corretta. Per fare un esempio, l’ecocardiografia è anche il test di imaging più dipendente dall’esperienza dell’operatore, sia per l’acquisizione delle immagini sia per la loro interpretazione. Questo è proprio uno dei casi in cui l’intelligenza artificiale migliora l’accuratezza. Infatti, è in grado di guidare lo specialista durante l’esecuzione dell’esame, segnalandogli se l’immagine che sta acquisendo non è corretta, invitandolo a cambiare la direzione della sonda ecografica e così via. Segnala, inoltre, in modo rapido i casi nei quali è presente una patologia cardiaca sottostante, distinguendoli da quelli normali. La possibilità di dare la precedenza a chi ha bisogno della nostra attenzione, e soprattutto in tempi molto più rapidi, è a tutto vantaggio del paziente“. È questo il quadro disegnato dal Prof. Luigi Badano, Direttore Unità di diagnosi cardiovascolare integrata, Dipartimento di Cardiologia, dell’Istituto Auxologico Italiano IRCCS di Milano, che fa parte della Rete Cardiologica IRCCS.

“Ovviamente, – aggiunge il Prof. Badano, – la velocità di acquisizione delle immagini e della loro interpretazione con l’IA non è specifica solo dell’ecocardiografia, ma anche delle altre tecniche di imaging diagnostico in cardiologia come la TC coronarica e la RM. Anche il più esperto dei cardiologi/radiologi non sfrutta più dell’1-2 % del contenuto diagnostico degli esami fatti, per limiti intrinseci della mente e dell’occhio umano nell’interpretare le immagini (sfumature delle illuminazioni, dimensioni dei pixel o unità di misura delle immagini, modo con cui le immagini cambiano tra pazienti), tuttavia il contenuto potenzialmente diagnostico di queste immagini è enorme“.

In definitiva, l’intelligenza artificiale, già oggi, può non solo perfezionare il flusso di lavoro, ma anche ridimensionare i costi sanitari, riducendo i test non necessari e migliorando i risultati dei pazienti a lungo termine.

“La svolta che possiamo attenderci nel prossimo futuro, – conclude Luigi Badano, – sarà quella di integrare i dati di imaging con altri relativi alla storia clinica del paziente (i biomarcatori genetici, proteomici e metabolomici che ci guidano anche nella valutazione del rischio delle malattie cardiovascolari) per ottenere informazioni personalizzate sulla prognosi. Le scienze “omiche”, integrate con l’IA, consentiranno in altre parole alla Cardiologia di compiere un vero balzo e di poter disporre, per ogni singolo paziente, di informazioni sempre più complete per impostare trattamenti realmente personalizzati“.

 

RIFERIMENTI

  1. Badano L. et al: Artificial Intelligence and cardiovascular imaging: A win-win combination. Anatol J Cardiol 2020;24(4):214-223