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IL 2023 DELLA RETE CARDIOLOGICA. INTERVISTA AL PRESIDENTE LORENZO MENICANTI

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A giudicare dalle basi poste lo scorso anno, il 2023 sarà un anno molto importante.

Innanzitutto, il 30 dicembre è stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale la riforma degli IRCCS, recante nuove regole per il riconoscimento e l’accreditamento degli Istituti. I livelli necessari per poter essere accreditati come IRCCS sono stati elevati rispetto agli standard precedenti e, dunque, ogni Istituto dovrà attrezzarsi per riuscire a soddisfarli.

Inoltre, le Reti sono esplicitamente menzionate nel decreto: si comincia, cioè, a parlare apertamente di funzione delle Reti all’interno del sistema sanitario. Si tratta di una novità molto importante. Anzi, a questo proposito, sono convinto che le Reti debbano avere un riconoscimento legale. Ciò che la nostra Rete, partita in anticipo rispetto alle altre, ha già ottenuto: oggi la Rete Cardiologica è un’istituzione riconosciuta, con bilanci certificati. Questo ci pone in una situazione di relativa tranquillità dal punto di vista normativo.

Infine, la Rete Cardiologica ha dato l’avvio alla Conferenza dei Data Protection Officer (DPO) di tutti gli IRCCS per la condivisione dei dati di ricerca prodotti da studi di rete, il che è a mio avviso estremamente importante per il futuro della ricerca e pone la nostra Rete un passo avanti alle altre.

Questi fatti significativi dovrebbero costituire altrettante condizioni favorevoli per la gestione dell’anno che è appena iniziato.

D’altra parte, non dobbiamo neppure nasconderci le criticità, prima fra tutte il fatto che i finanziamenti per l’anno 2023, per una serie di ragioni legate al bilancio dello Stato, saranno inferiori rispetto al 2022. Dovremo quindi fare bene i conti, per poter sfruttare al meglio le minori risorse che ci saranno destinate.

Le opportunità dell’Open Innovation

Ma sul decisivo terreno delle risorse, credo anche che il Ministero debba in qualche modo “aggiornare” la visione delle Reti e dei rapporti tra IRCCS e Ministero, in particolare rispetto al fatto che oggi una Rete di IRCCS (a differenza dei singoli Istituti che vi afferiscono), non può raccogliere finanziamenti.

La logica vorrebbe che questa situazione cambiasse e che la Rete Cardiologica potesse diventare collettore di finanziamenti anche e soprattutto privati, non solo dal Farma, ma anche dal MedTech e dal BigTech. Aziende che avrebbero tutto l’interesse a poter disporre di una massa di dati così ampia come quella che la Rete può mettere in campo. È chiaro che queste nuove risorse potrebbero sopperire alla riduzione del trasferimento diretto dal Ministero. Di più, ciò potrebbe rappresentare anche un salto di qualità, nel senso che la Rete potrebbe creare sinergie esterne importanti, in un’ottica di Open Innovation.

Un altro importante salto di qualità nell’anno appena iniziato potrebbe essere rappresentato dalla piattaforma di collegamento tra le varie Reti tematiche presso il ministero della Salute, una struttura che colleghi le diverse attività delle Reti in modo da evitare sovrapposizioni e da creare uno strumento di lavoro più efficace per tutti, con un miglior utilizzo delle risorse. Questo progetto è partito l’anno scorso in fase istruttoria ed è già finanziato. Sono abbastanza curioso di vedere come evolverà, perché si tratta sicuramente di una buona idea, nel senso che ricalca un po’ l’organizzazione di grandi istituzioni di ricerca pubblica, come il National Institute of Health statunitense, in cui una struttura centrale dà gli indirizzi importanti alla ricerca.

I Progetti targati Rete Cardiologica nel 2023

Oltre a queste novità attese e auspicate, la Rete Cardiologica ha, com’è noto, alcuni suoi importanti progetti già in corso.

Il primo è il Progetto CV-PREVITAL (Strategie di prevenzione primaria cardiovascolare nella popolazione italiana), che ha arruolato il primo paziente nel giugno scorso. Al momento stiamo riscontrando alcune difficoltà nell’arruolamento, nel senso che alcuni centri non sono ancora partiti. È chiaro quanto sia importante raggiungere la massa critica di soggetti partecipanti allo studio, anche per onorare gli impegni presi rispetto a un finanziamento molto importante che è già stato erogato dal Ministero.

Il secondo è il Progetto Placca, che si concluderà corso del 2023, per la ricerca di determinanti dello sviluppo o dell’evoluzione della placca aterosclerotica.

Il terzo è il progetto della Biobanca diffusa, contenente i campioni biologici degli studi di Rete, attraverso i quali sarà possibile caratterizzare biomarcatori di rischio della malattia cardio e cerebro vascolare, identificare nuovi bersagli terapeutici, valutare il peso relativo dei fattori genetici/epigenetici e ambientali (stress, stili di vita istruzione, fattori socio-economici, inquinamento atmosferico) nelle malattie multifattoriali, e rendere fruibili tali dati a tutti gli Istituti che afferiscono alla Rete. Questo importantissimo progetto rappresenta per noi una sfida, in un certo senso, intellettuale oltreché pratica, e va nella direzione indicata dalla riforma degli IRCCS. Creare una biobanca è un’operazione complessa: la biobanca è diffusa in più centri, tutti collegati attraverso un’unica piattaforma informatica, in modo tale che tutti i ricercatori possano sapere in tempo reale che tipo di campioni sono disponibili e dove, che tipo di dato la biobanca ha “in pancia”. Una risorsa inestimabile per condurre studi e ricerche originali.

Il quarto è un progetto molto clinico, che punta a studiare trattamento e storia naturale di una patologia che affligge le popolazioni anziane come quella italiana, la stenosi aortica. Si tratta del progetto Outstanding Italy, che è stato ampliato con nuovo finanziamento di ricerca corrente e che, a questo punto coinvolgerà altri attori, primo fra tutti il Programma Nazionale Esiti. Questo vuol dire che lo studio potrà accedere a tutti i databases del nostro paese per tracciare i pazienti nel tempo. Si tratta di uno sviluppo rilevante, perché permetterà tra l’altro al Ministero di capire il reale impatto clinico delle procedure (TAVI o chirurgiche). Credo che questo costituisca un compito importante degli IRCCS, di fornire agli organi di governo della Sanità del nostro paese i dati necessari a comprendere le reali ricadute cliniche e i costi sul sistema sanitario nazionale di determinati trattamenti e procedure, in ambiti clinici che il Ministero della Salute giudica strategici.

Il Progetto globale Health Big Data

Da ultimo, ma certo non meno importante, il Progetto “Health Big Data”, finanziato dal MEF e sostenuto dal Ministero della Salute, entra ora nel suo quarto anno su un orizzonte temporale di dieci anni. L’obiettivo del progetto, a cui partecipano quattro Reti tra cui quella Cardiologica, è quello di definire e creare una piattaforma tecnologica per la gestione, raccolta, condivisione e analisi di dati clinici e scientifici che, per la loro quantità e per il numero elevato di persone da cui sono ricavati, assumono la dimensione di Big Data.  Il progetto è giunto in una fase nella quale l’attore principale è in questo momento l’Istituto nazionale di Fisica nucleare e noi siamo per così dire “spettatori attivi” in attesa di ricevere un servizio, cioè di poter utilizzare questa piattaforma.

L’augurio per un proficuo 2023

Detto questo, gli IRCCS sono parte integrante del sistema sanitario nazionale, come si legge nella riforma appena pubblicata in GU. In questo senso, i finanziamenti attribuiti agli Istituti che hanno progetti di ricerca clinica anche molto interessanti andrebbero verificati in termini di produttività (numero di pazienti arruolati ecc). Questo cambio di paradigma consentirebbe di “retribuire” la ricerca in funzione della produzione, una pratica corrente nelle grandi istituzioni scientifiche come il NIH degli USA, e contribuirebbe anche a migliorare la percezione della ricerca da parte del pubblico. Questo è un altro motivo di lavoro e di riflessione per l’anno che viene.

Andiamo incontro a un periodo complicato, per la situazione economica e sociale, che non potrà non influenzare gli Istituti e gli enti di ricerca scientifica come la Rete Cardiologica. L’augurio per tutti è di proseguire sulla strada intrapresa con determinazione e rigore scientifico, per un proficuo 2023.

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