INTEGRAZIONE DEL TRACCIATO SDO NELLA REGIONE LAZIO: COME INCIDE SUI DATI RELATIVI A TAVI E AVR
Nella Regione Lazio, dalla metà del 2019, è possibile distinguere la tipologia di interventi (AVR e TAVI) effettuata e avere dati precisi su di essi, grazie a una collaborazione tra cardiochirurghi e cardiologi interventisti, e alla definizione di una modalità di registrazione aggiuntiva, un’integrazione del tracciato della scheda di dimissione ospedaliera (SDO XL-parametri clinici, indicatori aggiuntivi, che tengono conto di ulteriori fattori che possono avere un impatto sugli esiti misurati). Grazie a questa integrazione, gli interventi di valvuloplastica sono stati 2333 nel 2020, di cui 1741 in open e 345 per via transcatetere, numero che sarebbe stato differente se si fossero applicate le linee guida per la compilazione e la codifica ICD-9-CM della scheda di dimissione ospedaliera del 2007 (n=489).
L’aggiunta di queste informazioni specifiche sulla tipologia di intervento ha poi consentito di accertare che il Lazio è ritornato a un volume di attività pari al 2019: nel 2021 gli interventi di valvuloplastica sono stati 2611, di cui 790 effettuati per via transcatetere.

Regione Lazio. Volume di ricoveri per valvuloplastica o sostituzione di valvole cardiache.
L’integrazione del tracciato SDO ha anche fornito dettagli importanti su come differisce il volume di interventi transcatetere a seconda delle strutture: Il S. Camillo (228) e il Policlinico Gemelli (190) in modo particolare, sono in testa alla classifica rispetto ad altre strutture.
La stessa distribuzione per età varia tra le strutture: l’80% dei 790 interventi per via transcatetere viene ancora effettuato al di sopra dei 75 anni, ma al Policlinico Gemelli un 20% di pazienti ha meno di 75 anni. Un dato significativo perché il Lazio rappresenta un 10% della media nazionale: se sono circa 80 gli interventi annui effettuati al di sotto dei 75 anni, la media a livello nazionale sarà pari a 800 interventi, con importanti ripercussioni anche in termini di mortalità.
Negli interventi per via transcatetere la mortalità a 30 giorni sale dell’11% all’aumentare di ogni anno età, mentre l’età non è significativa in quelli in open (Mortalità a 30 giorni dopo intervento su valvole cardiache -modelli predittivi per tipologia di interventi-Lazio 2020-2021). Alcune variabili cliniche hanno poi un peso diverso tra le due tecniche, che vanno considerate per l’aggiustamento del rischio.

Regione Lazio. Mortalità a 30 giorni dopo intervento su valvole cardiache.
Negli interventi per via transcatetere, i valori della creatininemia aumentano il rischio di mortalità, così come se è interessata più di una valvola (patologia di più di una valvola), e quale tipo (valvola tricuspide o polmonare). Negli interventi in open, invece, il rischio di morte aumenta di quasi 8 volte se l’intervento è di sostituzione della valvola piuttosto che di plastica mitralica, a parità di tutti gli altri fattori.
L’aggiunta di queste informazioni specifiche sulla tipologia di intervento fornisce, infine, un quadro più preciso anche sulla mortalità complessiva a 30 giorni dall’intervento: se nel Lazio è pari al 2,3% (anni 2020-2021), quando si considerano separatamente gli interventi per via transcatetere da quelli in open la mortalità è pari al 2,6% nel primo caso e al 2,2% in open nel 2020; mentre nel 2021 era del 3,7% per via transcatetere e dell’1,5% in open (dati aggiustati).