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GLI STUDI DELLA RETE CARDIOLOGICA SULL’INFARTO STEMI – LO STUDIO VAVIRIMS

Dal I Annual Meeting della Rete Cardiologica, Roma, 28 settembre 2022.

In Europa, lo scompenso (o insufficienza) cardiaco interessa oltre il 10% della popolazione (in proiezione dal 2000 al 2030). La prima causa di scompenso, in particolare del cuore sinistro, è la malattia ischemica. Di tutti i pazienti che sviluppano insufficienza cardiaca oltre il 20% hanno avuto nella loro storia clinica un infarto, una percentuale molto più alta rispetto a quelli la patologia dipende da cause genetiche o da una valvulopatia. Da qui l’importanza di approfondire la conoscenza delle implicazioni dell’infarto miocardico sulla patogenesi dell’insufficienza cardiaca.

Nell’ambito della sessione tematica sugli health big data del Meeting della Rete Cardiologica, sono stati presentati dal Prof. Paolo Camici dell’Ospedale San Raffaele IRCCS due importanti studi sull’infarto del miocardio, finanziati dalla Rete Cardiologica (al quale hanno contribuito 11 IRCCS per la raccolta e l’analisi dei dati), lo Studio VavirimS e lo Studio CoPhyTeA.

In particolare, lo Studio VavirimS (Caratterizzazione dei pazienti con disfunzione ventricolare sinistra cronica post-infartuale), – Coordinatore il Prof. Paolo Camici, – è uno studio osservazionale, prospettico, multicentrico condotto in pazienti con STEMI sottoposti a PPCI efficace, seguiti per dodici mesi dopo l’evento acuto per valutare:

  • il valore predittivo dell’esame di vitalità miocardica con modalità non invasiva (risonanza magnetica cardiaca, RMC con contrasto) nell’identificazione del rimodellamento avverso del ventricolo sinistro (VS) sei mesi dopo l’evento;
  • l’accuratezza diagnostica della RMC a 1 mese nel predire il rimodellamento del VS a 6 mesi attraverso la stima della sensibilità, della specificità e del valore predittivo negativo della tecnica.

 Significato prognostico del rimodellamento

Quando a causa di un infarto una parte del ventricolo sinistro va in necrosi e viene sostituito da tessuto cicatriziale non contrattile, il tessuto ventricolare residuo è costretto a compensare, andando incontro a un ispessimento della parete e quindi a una progressiva dilatazione della cavità ventricolare sinistra.

La risonanza cardiaca di un paziente che ha subito un infarto inferiore per occlusione della coronaria destra (B) evidenzia una porzione di tessuto miocardico in necrosi (in bianco). La porzione residua del ventricolo dovrà fare il lavoro anche per la parte che non c’è più, andando incontro a una serie di processi che possono portare allo scompenso cardiaco.

L’insufficienza cardiaca è preceduta, in particolare, specialmente nel caso dell’infarto del miocardio, da una fase di rimodellamento. Riconoscere tale rimodellamento, che anticipa lo sviluppo di un’insufficienza vera e propria, è importante perché permette di individuare i pazienti a maggior rischio di sviluppare ed eventualmente decidere di instaurare trattamenti più aggressivi.

Un efficace criterio per la stratificazione del rischio scompenso

I ricercatori della Rete Cardiologica, con lo studio prospettico multicentrico VaVirimS, hanno voluto identificare in 193 pazienti al loro primo infarto (rivascolarizzati entro 12 ore) il rimodellamento avverso del VS con una misura basale con RMC con contrasto a un mese dall’evento acuto, e con follow-up a 6 mesi. Ciò perché, quando la valutazione è fatta nell’immediatezza dell’evento, alla prima settimana, l’edema e la presenza di stunning, di stordimento, contribuiscono a rendere inaccurata la definizione dell’infarct size e anche del processo di rimodellamento.

Nello studio, il rimodellamento è stato definito come aumento del volume del ventricolo sinistro 12%, (e non ≥20%, che implica un processo avanzato di rimodellamento),e considerando anche altri fattori, quali per esempio il rimodellamento basato sull’aumento del volume telesistolico.

Ciò che rende anche particolarmente innovativo lo Studio VaVirimS, dal punto di vista del metodo, è che le immagini DICOM (Digital Imaging and COmmunications in Medicine) per lo studio sono state raccolte e gestite in un unico Centro, utilizzando una piattaforma software web-based (electronic Care Report Form-eCRF) basata su REDCap (Research Electronic Data Capture), ospitato dal Network della Rete Cardiologica.

Le prime conclusioni

A conclusione dello studio, basandosi sulle variazioni di volume in telediastole e in telesistole, i ricercatori della Rete hanno individuato in modo non invasivo i pazienti che hanno subito un peggioramento della funzione ventricolare a sei mesi e che sono a maggior rischio di sviluppare un’insufficienza cardiaca.

La prevalenza di LV-REM-EDV osservata nello studio è risultata inferiore a quella riportata mediante ecocardiografia (19% vs 30%). I dati confermano inoltre che il rimodellamento telediastolico del VS non è necessariamente “negativo”, ma piuttosto “compensativo” e collegato a un aumento della frazione di eiezione del VS al follow-up. Al contrario, il rimodellamento telesistolico dovrebbe essere considerato “avverso” e associato a una frazione di eiezione ridotta al follow-up di 6 mesi, anche se sono necessari ulteriori studi per accertare l’impatto di tutte queste definizioni di rimodellamento del VS sul follow-up a lungo termine nei pazienti STEMI

Infine, l’estensione transmurale IS e LGE, valutata mediante CMR, sono risultati i fattori i fattori più importanti di rimodellamento avverso.


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Reference
  1. Pica S, Crimi G, Castelvecchio S, Pazzanese V, Palmisano A, Lombardi M, Tondi L, Esposito A, Ameri P, Canale C, Cappelletti A, Alberti LP, Davide Tavano D, Camporotondo R, Costantino I, Campodonico J, Pontone G, Villani A, Gallone GP, Montone RA, Niccoli G, Gargiulo P, Punzo B, Vicenzi M, Carugo S, Menicanti L, Ambrosio G, Camici PG. Cardiac magnetic resonance predictors of left ventricular remodelling following acute ST elevation myocardial infarction: The VavirimS study. Int J Cardiol 2022; Published: November 06, DOI:https://doi.org/10.1016/j.ijcard.2022.11.006.