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DOVE VA LA RICERCA CARDIOVASCOLARE? – Prima parte
I Annual Meeting della Rete Cardiologica – 28 settembre 2022
LEZIONE MAGISTRALE DEL PROF. FILIPPO CREA
Il Prof. Filippo Crea, Direttore UOC di Cardiologia, Dipartimento di Scienze Cardiovascolari e Toraciche del Policlinico “A Gemelli” IRCCS (afferente alla Rete Cardiovascolare), nonché della Scuola di Dottorato in Ricerca Clinica Cellulare e Molecolare, e autore di un migliaio di pubblicazioni scientifiche sulle più prestigiose riviste mediche al mondo, dal New England Journal of Medicine a The Lancet, è un attore di primo piano della ricerca cardiovascolare, in particolare sulle cause dell’angina pectoris e dell’infarto.
Al I Annual Meeting della Rete Cardiologica, – che si è svolto a Roma il 28 settembre 2022 presso l’Università Cattolica, – ha tenuto una Lettura Magistrale sul tema: “Direzioni future nella ricerca cardiovascolare”.
Inquinamento ambientale, studi sul genoma e rischio genetico, Intelligenza Artificiale usata in maniera trasparente e non magica, metanalisi basate sull’analisi dei pazienti individuali, terapie basate su acidi nucleici, trattamento personalizzato delle malattie cardiovascolari: sono queste, – ha detto Filippo Crea, – le linee “vincenti”, le aree della ricerca in ambito cardiovascolare con il maggiore potenziale.
Inquinamento e rischio cardiovascolare
Non solo l’inquinamento atmosferico, ma anche quello acustico e quello luminoso rappresentano fattori di rischio importanti e sui quali occorre investire.

Ruolo dell’inquinamento atmosferico nella vulnerabilità e instabilità della placca aterosclerotica.
L’inquinamento atmosferico agisce sia a livello funzionale, sia sui meccanismi biologici fondamentali: per esempio, aumenta la probabilità di spasmo coronarico micro-vascolare o epicardico e, nei pazienti con sindrome coronarica acuta, aumenta il rischio di rottura di placca piuttosto che di erosione. E, in un ambiente altamente inquinato, l’attività fisica fa aumentare (e non ridurre) il rischio.
Ma anche l’intensità di luce notturna si associa al rischio cardiovascolare, soprattutto negli over 65, e così pure il forte rumore (inquinamento acustico) sperimentato da chi vive vicino a un aeroporto aumenta il rischio di eventi cardiovascolari notturni nelle due ore successive all’esposizione, in particolare il rischio aritmico.
Suscettibilità genetica

Rischio genetico, eventi CV e beneficio della terapia ipolipemizzante.
Se è vero che, come ha evidenziato lo Studio Interheart, il 90% degli infarti sono spiegati da fattori di rischio “tradizionali”, ipertensione arteriosa, dislipidemie, fumo di sigaretta e così via, è anche vero che, considerando soltanto quei fattori di rischio non siamo in grado di predire se l’evento avverrà a quarant’anni o a novant’anni.
Solo lo studio della suscettibilità genetica individuale può consentirci di quantizzare il rischio di eventi cardiovascolari e anche il vantaggio più o meno grande acquisibile, per esempio, con le terapie ipolipemizzanti, che è maggiore nei pazienti che hanno vizio genetico più alto.
Intelligenza artificiale
L’intelligenza artificiale, nel futuro, troverà una crescente applicazione, ma dovremo stare molto attenti a distinguere quello che è veramente innovativo e utile da quello che invece non ha una vera rilevanza clinica.
Certo è che con l’intelligenza artificiale si possono fare grandi cose, dall’identificazione facciale per predire la presenza di malattia coronarica all’Ecg integrato dall’intelligenza artificiale per predire la presenza di disfunzione ventricolare, all’integrazione di una grande mole di dati per la stratificazione del rischio cardiovascolare.
RIFERIMENTI
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