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COVID-19. STUDIO DELLA RETE CARDIOLOGICA sui determinanti della mortalità e dell’ammissione in terapia intensiva nella prima ondata

La mortalità ospedaliera e il ricovero in Terapia Intensiva sono indicatori di gravità della malattia nei pazienti COVID-19, ed è noto che le comorbilità cardiovascolari sono uno dei principali determinanti di esiti negativi. In uno studio di coorte multicentrico, retrospettivo appena pubblicato – progettato per indagare se l’età e i fattori di rischio cardiovascolare sono indipendentemente associati alla mortalità o al ricovero in terapia intensiva nei pazienti affetti da COVID-19, – è stato studiato l’impatto delle comorbilità cardiovascolari sulla mortalità e il ricovero in terapia intensiva nei pazienti della prima ondata di COVID-19.

Lo studio, – primo firmatario Dott. Marco Ranucci, responsabile Unità di Anestesia e Terapia intensiva cardiovascolare, IRCCS Policlinico San Donato, – ha coinvolto 13 IRCCS ed è frutto di un progetto di Rete Cardiologica finanziato dal Ministero della Salute e coordinato dal Professor Gianfranco Parati, Direttore scientifico IRCCS Auxologico.

Di 1.077 pazienti ricoverati in ospedale da marzo a giugno 2020 con COVID-19, gli Autori hanno analizzato mortalità e ricovero in terapia intensiva. I fattori di rischio cardiovascolare sono stati esplorati come determinanti dei risultati dopo la correzione per altri fattori confondenti.

Questi i principali risultati dello studio:

  • l’età è il principale determinante della mortalità intraospedaliera nei pazienti affetti da COVID-19, ma una volta corretti per l’età, gli unici fattori di rischio cardiovascolare indipendentemente associati alla mortalità intraospedaliera sono risultati un pregresso infarto miocardico e, soprattutto, lo scompenso cardiaco;
  • l’ammissione in terapia intensiva è risultata inversamente proporzionale all’età, in ragione del 4% per ogni anno di età superiore a 71 anni. Ciò potrebbe essere legato all’impatto catastrofico della prima ondata di pandemia COVID-19 in termini di disponibilità di posti letto in terapia intensiva in Lombardia, portando a un doloroso processo di selezione per l’ammissione in terapia intensiva.

Lo studio non è esente da limitazioni, in primo luogo la natura retrospettiva dello studio e il gran numero di pazienti con dati mancanti che ha portato all’esclusione di molti pazienti dal database originale. In conseguenza della natura retrospettiva dello studio, alcune variabili non sono state raccolte e/o sono risultate non recuperabili: questo vale per l’uso pre-ricovero di bloccanti dei recettori dell’angiotensina e di statine, e per la mancanza di informazioni sul controllo di condizioni cliniche come ipertensione, diabete ecc. Un’altra limitazione è la dimensione relativamente bassa del campione per i pazienti ricoverati in terapia intensiva. Ciò suggerisce cautela nell’interpretazione dei risultati di questo strato. Infine, dato il modello in continua evoluzione dell’infezione da COVID-19, i dati raccolti durante la prima ondata di pandemia di COVID-19 non sono necessariamente replicabili per le successive ondate di pandemia.


Guarda il video-commento del Dott. Ranucci

 

 

 

 


Riferimenti
  1. Ranucci, M.; Parati, G.; Di Dedda, U.; Bussotti, M.; Agricola, E.; Menicanti, L.; Bombace, S.; De Martino, F.; Giovinazzo, S.; Zambon, A.; et al. When Outcomes Diverge: Age and Cardiovascular Risk as Determinants of Mortality and ICU Admission in COVID-19? Clin. Med 2022;11;4099. Vai all’articolo