CARDIOCHIRURGIA VALVOLARE: LE SFIDE PER LA SCELTA DELL’OPZIONE GIUSTA

La stenosi della valvola aortica è una malattia cardiaca sempre più frequente nella popolazione occidentale, a tutt’oggi la più comune in Europa e in America. E poiché, a causa dell’invecchiamento della popolazione, questa patologia è diventata sempre più frequente proprio negli anziani, la chirurgia cardiaca del futuro sarà sempre più chiamata a individuare tecniche e strategie terapeutiche ottimali per questa categoria di persone, più fragili e spesso affette anche da altre malattie croniche, in grado anche di migliorare la loro qualità della vita.

Oggi, grazie ai progressi delle tecniche mininvasive, dei materiali che compongono le valvole, della miniaturizzazione degli strumenti e materiali di circolazione extracorporea è possibile aumentare l’aspettativa e qualità di vita dei pazienti di tutte le età, con un approccio personalizzato che si prefigge di ottenere il massimo dei risultati con un disagio minimo.

Ne parla in un breve video il Dr. Lorenzo Menicanti, Direttore scientifico del Policlinico San Donato IRCCS di Milano e Presidente della Rete Cardiologica IRCCS.

La chirurgia delle valvole cardiache, sia tradizionale sia mininvasiva, ha già raggiunto uno standard qualitativo molto elevato ed è teatro di importanti innovazioni. Per la chirurgia a cielo aperto, per esempio, lo sviluppo clinico e ingegneristico della circolazione extracorporea, necessaria nella chirurgia tradizionale, ha fatto enormi progressi e perseguito sempre di più la miniaturizzazione dei circuiti (riduzione della lunghezza totale del percorso artificiale che il sangue è obbligato a compiere) che assicura al paziente una funziona cardiorespiratoria il più vicino possibile alla fisiologia normale. Sul fronte della chirurgia mininvasiva, l’impianto percutaneo transcatetere di valvola aortica, per fare un esempio, ha ormai più di dieci anni e sono disponibili dati di confronto con l’intervento chirurgico standard.

Il problema è scegliere la giusta soluzione per ogni paziente. Il tipo di intervento va scelto sulla base di diversi fattori che includono anche le condizioni generali del paziente: si tratta di essere equilibrati nella scelta, per consigliare al paziente la procedura che più aumenta l’aspettativa di vita e ne migliora la qualità.

Importanti studi scientifici, – come lo studio Outstanding Italy della Rete Cardiologica, tuttora in corso, – stanno oggi valutando quale tipologia di intervento sia in grado di migliorare non solo la sopravvivenza, ma anche la qualità della vita, soprattutto nella popolazione anziana in Italia.

Le procedure transcatetere aumenteranno nel futuro, come peraltro si è visto per le angioplastiche coronariche per la cura delle stenosi coronariche. A mano a mano che continuiamo ad acquisire dati, aggiusteremo però sempre meglio il tiro, migliorando la nostra esperienza sul tipo di paziente che più si possa avvantaggiare delle diverse metodiche.

Un altro campo dove ci aspettiamo delle novità è quello delle valvole, per cui non dovrebbe essere più necessaria l’assunzione di anticoagulanti. Ci sono degli studi in corso, e le valvole, anziché essere realizzate con materiali di carbonio o di derivati di metalli, potrebbero essere per esempio in plastica, valvole quindi che, in teoria, non degenerano come quelle biologiche, ma che si comportano come se lo fossero“.