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BIOBANCA DIFFUSA: L’UNIONE FA LA FORZA
Dal I° Annual Meeting della Rete Cardiologica, Roma, 28 settembre 2022.
La Rete Cardiologica da tempo sta perseguendo con estremo entusiasmo e determinazione una strategia di Biobanca Diffusa, destinata in prima istanza agli IRCCS afferenti alla Rete. Nel corso del I° Annual Meeting della Rete Cardiologica che si è tenuto a Roma il 28 settembre 2022, la Prof.ssa Maria Benedetta Donati, dell’IRCCS Neuromed, ha spiegato perché.
Che cos’è una biobanca?
Si parla sempre più spesso di dati e di biomarcatori da archiviare in modo che siano utilizzabili da tutti, dunque con modalità sempre più armonizzate: la biobanca è qualcosa di più e di diverso della semplice raccolta di materiale biologico, che nasce da esigenze cliniche mirate, prevalentemente legate alla durata di un progetto. Le biobanche sono un vero laboratorio di ricerca finalizzato non solo alla raccolta, ma anche alla conservazione e distribuzione dei dati biologici. E “come un bicchiere di vino, non bisognerebbe lasciare mai piena, e neppure mai vuota una biobanca”. Si tratta di gestire campioni biologici e i relativi dati nell’ambito di linee di ricerca definite.
Naturalmente, ciò pone problematiche etiche, sociali e anche implicazioni legali. Possiamo dire che quella delle biobanche è praticamente una disciplina a sé, con caratteristiche di multidisciplinarietà.
→ Approfondisci: “Perché le biobanche sono necessarie alla ricerca e alla cura”
Perché investire in un progetto di biobanca diffusa?
La risposta sta in alcune keyword che motivano l’interesse e l’importanza delle biobanche nell’ambito della patologie cardio e cerebrovascolari: dall’identificazione di biomarcatori al rapporto tra fattori genetici e malattie multifattoriali, dalla possibilità di indagare il rapporto geni ambiente alla possibilità di traslare dalle evidenze dalle malattie mendeliane a quelle comuni, di individuare nuovi bersagli terapeutici e di arrivare finalmente a sviluppi farmacologici o nutrizionali stratificati o personalizzati, ma anche a gestire i follow-up di trial clinici.
Che cos’è la Biobanca Diffusa della Rete Cardiologica?
La Rete Cardiologica si muove dunque per perseguire questo obiettivo strategico: la creazione di una Biobanca Diffusa intesa come insieme delle biobanche degli IRCCS che afferiscono alla rete Cardiologica per raccogliere, processare, conservare e ridistribuire campioni biologici per i progetti di ricerca della Rete stessa.
La Biobanca Diffusa è realizzata secondo un modello hub-spoke, in cui ogni biobanca del network costituisca un nodo per la raccolta, la conservazione e la condivisione di campioni, sempre inscindibilmente legati ai dati, con due centri, uno al Nord, il San Donato e uno al sud neuromed e che permetta il collegamento tra le biobanche del territorio italiano.
Che cosa serve per realizzare una biobanca diffusa? Innanzitutto, ci vogliono delle regole, ci vogliono dei principi a cui attenersi sulla difficile strada della armonizzazione; ci vogliono documenti armonizzati, note informative, consenso informato, MTA e DTA; occorrono delle SOP, (Standard Operating Procedures) adeguate alla maggior parte delle esigenze specifiche; serve anche, ovviamente, una piattaforma di raccolta dati. Infine è indispensabile che tutto questo sia visibile, sia noto agli operatori degli IRCCS: per questo stiamo realizzando un web site e un catalogo online ecc.
Lo spirito con il quale stiamo lavorando è che l’unione fa la forza, perché nessuno degli IRCCS, da solo, è in grado di raggiungere il volume di dati e l’uniformità dei criteri di raccolta che sarà consentito da una Biobanca Diffusa costruita con i criteri suddetti. E, soprattutto, che esiste la possibilità di raggiungere risultati importanti dal punto di vista della ricerca cardiovascolare con un’affidabilità superiore, evitando dati scarsamente utilizzabili o difficilmente riproducibili come purtroppo oggi avviene in una non trascurabile percentuale di casi.