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ATTICA CONFERMA I BENEFICI DELLA DIETA MEDITERRANEA. SUL BANCO DEGLI IMPUTATI GLI ULTRAPROCESSATI

La prevenzione al congresso ESC 2024

La salute del cuore e metabolica inizia anche a tavola: nuove conferme dallo studio ATTICA, in scena al congresso ESC 2024. Due pilastri essenziali della prevenzione primaria sono l’abitudine a un’alimentazione corretta e quella a una regolare attività fisica.

Le principali Società scientifiche (la European Society of Cardiology, ESC, in prima linea) si sono misurate con la sfida di “guidare” la pratica clinica verso la prevenzione in questi complicati ambiti del comportamento delle persone. Si tratta di agire sui fattori di rischio modificabili quali gli stili di vita errati, promuovendo esercizio fisico, corrette abitudini alimentari e il contrasto al fumo.

Anche gli under 65 sono esposti al rischio: ne derivano levitazione dei costi, perdita di vite umane, cronicità. Le malattie cardiovascolari pesano su tutto l’ecosistema sanitario. «Per questo, – afferma Lorenzo Menicanti, Presidente della Rete Cardiologica e Principal Investigator dello studio CVRISK-IT – la prevenzione è un’arma importantissima».

 

Nuovi dati su Dieta Mediterranea e rischio CV

Sul versante nutrizione, nuovi dati su dieta mediterranea e rischio CV vengono dal congresso ESC 2024, conclusosi di recente a Londra. In particolare, la sessione dedicata a questi temi si è incentrata sui dati dello studio ATTICA, che ha seguito per vent’anni circa 2.000 persone, inizialmente sane, valutando l’impatto del grado di aderenza a una dieta Mediterranean-type (MTD) sull’incidenza di malattie cardiovascolari. Il risultato, aggiustato per i fattori socio-economici, clinici e stile di vita, mostra come le persone più aderenti alla MTD abbiano beneficiato nel tempo di una riduzione del rischio CV pari al 68% rispetto alle persone che non seguivano per nulla la dieta mediterranea. Il particolare interesse di questo studio deriva, tra l’altro, dalla durata del periodo di osservazione.

Oltre a questa conferma, Evangelia Damigou, ricercatrice dell’Harokopio  University di Atene, ha rilasciato nuovi dati sempre ricavati dallo studio ATTICA, a relativi al ruolo degli alimenti ultraprocessati (UPF) sulla multimorbidità cardiometabolica. Si evidenzia un’associazione dose-risposta tra il consumo di UPF e l’aumento delle malattie cardiometaboliche. Più nello specifico il più basso apporto di UPF (11,8 porzioni in media alla settimana) si associa dopo 20 anni di follow-up a una multimorbilità pari al 9,5% contro il 14,7% rilevato nei partecipanti che facevano il maggior consumo di UPF (44,7 porzioni in media alla settimana). Osservata, inoltre, un’associazione positiva per le bevande zuccherate, creme spalmabili e salse ultra processate.

Durante i lavori congressuali, infine, si è portata l’attenzione su uno studio uzbeko che ha evidenziato l’efficacia di una dieta a basso indice glicemico (IG) nel ridurre il rischio CV e migliorare gli outcomes dei pazienti affetti da malattia coronarica (CAD). L’indagine che ha coinvolto 156 pazienti CAD, con un’età media di 62 anni, ha dimostrato un significativo miglioramento dei biomarkers CV (colesterolo LDL, trigliceridemia e markers infiammatori) nel gruppo che si è sottoposto a una dieta a basso IG rispetto ai controlli. L’aderenza alla dieta, inoltre, riduce il rischio MACE (eventi CV maggiori avversi) con un hazard ratio pari 0,75.

 

RIFERIMENTI

  • Mediterranean-type diet trajectories and 20-year cardiovascular disease incidence: the ATTICA study (2002-2022). https://esc365.escardio.org/presentation/287801
  • Georgoulis M et al. Nutr Metab Cardiovasc Dis 2024 Jan;34(1):153-166. https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/38007352/
  • Investigating the diverse role of ultra-processed foods on cardiometabolic multimorbidity: Highlights from the ATTICA prospective study (2002-2022). https://esc365.escardio.org/presentation/287796
  • Efficacy of diet with low glycemic index on coronary artery disease. https://esc365.escardio.org/presentation/287799?resource=abstract

 

 


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